La tradizione campanaria lucchese

Un po’ di storia

La tradizione campanaria lucchese è sicuramente ultra centenaria e, in mancanza di studi, si ipotizza che si sia diffusa e definitivamente consolidata soprattutto negli ultimi decenni del 1700, mantenendosi fino ad oggi.

Possiamo capire una sua importante evoluzione e trasmissione nella Arcidiocesi di Lucca dagli archivi economici di molte parrocchie che registrano fusioni – o donazioni di campane da campanile a campanile – nel corso dei secoli.

L’origine del termine doppio e i concerti storici cittadini

I campanili con 2 campane (e 2 campanelle) sono senza dubbio la prima testimonianza del modo di suonare tipico della Lucchesia – dal numero 2 nasce il termine “doppio”. Questi sono ancora presenti ora nelle parrocchie periferiche della Diocesi, lontane da Lucca.

Proprio nella città lucense le 3 chiese più importanti sono quelle con le torri campanarie più “affollate” di bronzi. La Cattedrale di San Martino, la chiesa di San Michele in Foro e la Basilica di San Frediano presentano mediamente 7 campane per cella campanaria. Proprio in questi 3 campanili troviamo le più antiche fusioni della provincia di Lucca arrivate fino a noi.

Le 5 campane maggiori delle 7 della chiesa di San Michele in Foro sono tutte databili tra il 13esimo e 14esimo secolo, con la Terza che spicca fra tutte, essendo stata fusa nel 1215 da Bartolomeo Pisano.

La chiesa Cattedrale invece possiede le 2 campane maggiori fuse rispettivamente nel 1320 e 1324 e una di dimensioni minori – la più antica – databile al 1277, opera di “Magister Ricchu”.

Infine la Basilica di San Frediano presenta 6 bronzi, di cui 2 più di valore per la loro data di fusione. La più antica è la Terza – fusa da Giovanni Pisano nel 1223 – accompagnata dalla Mezzana – opera di Luca Bondici di Cortona, anno 1401.

Escludendo quello di San Michele in Foro, i restanti 2 concerti sono probabilmente gli antenati di tanti doppi lucchesi perché le 4 campane maggiori formano una scala diatonica maggiore.

Influenze e rinnovamenti

Proprio queste caratteristiche, a livello tonale, si diffusero nella diocesi probabilmente tra il XVII° e il XIX° secolo, col fenomeno dell’ampliamento del numero di campane sulle torri parrocchiali. Nacquero quindi nuovi concerti, composti da 3 campane e da 4 campane.

Arriviamo fino ad oggi, passando per il XX secolo, periodo di ulteriore rinnovamento per i concerti campanari italiani.

Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale venne emanato un decreto del Regime Fascista che prevedeva la requisizione delle campane con lo scopo di fondere nuovi cannoni. I concerti lucchesi quindi, tranne qualche eccezione, furono così dimezzati. Altri vennero danneggiati a seguito di bombardamenti o scontri da armi da fuoco che purtroppo caratterizzarono il periodo successivo alla caduta del Regime.

Con la fine della guerra le varie parrocchie rifusero le rispettive campane, ripristinando i propri doppi. Ci fu infine successivamente un ultimo incremento delle fusioni grazie alle fondazioni di nuove chiese e, in diversi casi, alla rottura di alcuni bronzi. La tradizione rimane intatta fino a oggi grazie ai gruppi locali di campanari.

Cosa prevede

Le suonate lucchesi e i nomi delle campane

Le 3 suonate principali prevedono il suono di 2, 3 e 4 campane. Alle stesse vengono associati nomi che cambiano a seconda del loro peso: se sono 2 bronzi, vengono chiamati Piccola e Grossa, se sono 3 Piccola, Mezzana e Grossa.

Per quanto riguarda i doppi a 4 campane troviamo con maggior frequenza questi termini:

  • la Piccola, la Mezzaterza, la Quarta
  • la Grossetta, la Terza, la Mezzanella
  • la Mezzana, la Seconda
  • la Grossa, la Prima

Come funziona un doppio

In ogni doppio, per prima cosa c’è l’Entrata delle campane.
Rintocca per prima la Piccola e dopo la seguente (o le seguenti, a seconda della sequenza da eseguire); è fondamentale che i suonatori siano concentrati sul ritmo che si va a creare nel raggiungere gradualmente la posizione a bicchiere, mantendolo fino alla fine della suonata.

Specialmente nel doppio a 4 campane, a seconda dell’insieme di sequenze di suoni da eseguire, i campanari possono interrompere il loro suono per 1 o più o secondi.

Il suonatore addetto alla Piccola ha il compito di chiamare la Calata, che consiste nel graduale raggiungimento della posizione a riposo delle campane. Per terminare il doppio chi suona deve essere in grado di fermare la percussione del battaglio alla propria campana ancora in movimento.

Il doppio a 3

Consiste nel suonare in sequenza 3 campane, dalla più piccola alla grossa – Doppio al Terzo – per poi a un certo punto centrare il suono della Piccola tra quello dei due bronzi restanti – Doppio al Quarto.

La suonata si conclude con la Calata suonando l’accordo iniziale.

Il doppio a 4

Prevede l’utilizzo di 4 campane con le due maggiori che, mantenendo un tempo ben preciso, danno la possibilità alle due minori di eseguire diverse variazioni a seconda delle attitudini dei suonatori:

  • Sesto → viene suonata molto di rado. Iniziano a suonare le due campane maggiori che raggiungono gradualmente la posizione a bicchiere. I due restanti bronzi vanno a inserirsi tra i rintocchi della Grossa e della Mezzana;
  • Variazione che viene eseguita dal gruppo locale del paese di Bargecchia (non ha un nome vero e proprio);
  • Segromigno → è nato dal gruppo dei campanari del paese di Segromigno in Monte;
  • Scala → dal nome si può intuire che la successione dei rintocchi vada da quello della campana minore a quello della maggiore;
  •  Vecchio → più comune da ascoltare nella Lucchesia, è il più antico dei modi di suonare a quattro campane.